Come funziona LinkedIn ed il suo algoritmo

In questo articolo vediamo come funziona l’algoritmo di LinkedIn e nella seconda parte vedremo come ottimizzare i tuoi contenuti affinchè raggiungano una rete più ampia.

LinkedIn è un social media che si sta ingrandendo sempre di più. Ideale per chi vuole cercare lavoro, condividere il curriculum vitae o le esperienze lavorative, trovare nuovi contatti o gestire la propria rete professionale.

Quando pubblichi un contenuto su LinkedIn, questo non viene reso automaticamente disponibile a tutta la tua rete, ma viene elaborato attraverso una serie di fasi che, tutte insieme, compongono quello che è l’algoritmo di LinkedIn per la gestione del feed.

Iniziamo.

Cos’è LinkedIn

Sono diverse le figure professionali che possono utilizzare LinkedIn in modo efficace. A livello macroscopico però possiamo delineare una separazione tra chi vuole trovare lavoro (o cambiare lavoro) e chi invece offre lavoro (e pubblica quindi offerte di lavoro).

Tra chi cerca lavoro ci sono dipendenti di qualunque livello e liberi professionisti.

Iniziare ad usare LinkedIn è semplice.

Fondamentalmente si può fare quello che si fa con gli altri social media (si condividono contenuti, per connettersi con qualcuno si invia una richiesta di collegamento, si partecipa ai gruppi, si implementa la propria strategia di content marketing, ecc).

La differenza con Facebook (social in qualche modo speculare) è che su LinkedIn ci si sta in quanto professionisti. Questo è il principale motivo per il quale l’età media su LinkedIn è maggiore che non su Facebook.

Inoltre, su LinkedIn oltre a collegarsi a profili personali, si possono anche seguire i profili aziendali.

Un profilo aziendale (la pagina di LinkedIn in genere è complementare al sito web) è ovviamente collegato ad un’azienda e questo significa che gli utenti, se lavorano per quell’azienda, possono connettersi anche come dipendenti.

In altre parole esistono due tipologie di connessioni verso un’azienda:

  • La connessione da dipendente: io lavoro per l’azienda XYZ e pertanto sono connesso a quell’azienda perchè ho un rapporto diretto con essa
  • La connessione da follower: sono connesso perchè sono interessato a quello che comunica quell’azienda, ai suoi servizi o ai suoi prodotti.

Infine, ogni persona ha un proprio profilo su LinkedIn, che spesso viene utilizzato per fare quello che in gergo si chiama personal branding, ossia quell’attività che punta a valorizzare la propria figura professionale.

Gli algoritmi di LinkedIn (al plurale!)

Ti ho detto che utilizzare LinkedIn è semplice (e probabilmente questo lo sai già), ma dietro le quinte LinkedIn è un sistema complesso, ed il tuo feed (la sequenza di contenuti che vedi quando ti colleghi) è solo uno degli elementi regolati dai tanti algoritmi di LinkedIn.

Quindi, in questo articolo rispondo sì alla domanda

come funziona l’algoritmo di LinkedIn

anche se in realtà è più corretto dire che rispondo alla domanda

come funziona l’algoritmo di distribuzione del mio post all’interno del feed della home page dei miei contatti”

Ma suona decisamente peggio…

per questo ho tenuto la versione più semplice nel titolo ?

Comunque, per sintetizzare:

  1. LinkedIn ha tanti algoritmi
  2. Uno di questi algoritmi controlla la diffusione dei tuoi post (in questo articolo parliamo di questo algoritmo specifico)
  3. Poichè questo algoritmo controlla tutti i post di tutti gli utenti, di fatto influenza anche quello che ognuno di noi vede nel proprio feed principale.

L’algoritmo di LinkedIn e l’intelligenza artificiale

Nella realtà, l’algoritmo che controlla quello che leggi sul tuo feed è molto più complesso.

Quando pubblichi un post, c’è un algoritmo che deve classificare il tuo contenuto e stablirne la bontà.

È vero che questa “bontà” influenza la visualizzazione del tuo contenuto, ma per stabilire quello che ognuno vede è necessario il coinvolgimento di diversi algoritmi di intelligenza artificiale, in continua evoluzione, ognuno impegnato su uno specifico fronte.

Il mio feed su LinkedIn

In sintesi:

  • quello che tu scrivi viene classificato secondo un punteggio. Maggiore è il punteggio, maggiore sarà la probabilità che qualcuno possa vedere quello che hai scritto. (Ancora un istante ed entro un po’ più nel dettaglio su questo).
  • quello che tu vedi (cioè il contenuto del tuo feed), dipende dal tuo comportamento. Alcuni algoritmi di intelligenza artificiale analizzano diversi aspetti del tuo comportamento e scelgono quello che potrebbe piacerti, selezionandolo tra i contenuti disponibili.

In altre parole, il contenuto che tu pubblichi potrebbe anche essere di massima qualità, ma perchè un tuo contatto lo veda, deve essere ritenuto pertinente per lui.

Gli ingegneri di LinkedIn sono molto attivi sul fronte dell’intelligenza artificiale (qui anche un mio articolo ed il primo di una serie di miei video sulle origini dell’intelligenza artificiale).

Nel caso tu fossi interessato agli aspetti tecnici ed ingegneristici, ti segnalo un percorso di formazione su LinkedIn Learning composto da 6 corsi.

Ti segnalo inoltre il blog ufficiale degli ingegneri di LinkedIn: https://engineering.linkedin.com/.

Cosa succede ai tuoi post dopo che li pubblichi su LinkedIn

E finalmente adesso vediamo come funziona l’algoritmo di LinkedIn per classificare i tuoi post.

Anzitutto, specifico che l’algoritmo di cui parliamo interviene per tutte le tipologie di contenuti che puoi pubblicare: articolo, foto, video, documento o testo.

L’algoritmo è organizzato nelle seguenti 4 fasi:

  1. Classificazione automatica
  2. Analisi di una porzione della ua rete
  3. Controllo anti-spam
  4. Controllo umano

Vediamole nel dettaglio

Fase 1: cosa fa LinkedIn appena pubblichi un contenuto

Non appena pubblichi un contenuto, prima ancora che una sola persona possa vederlo, un sistema automatico lo analizza e praticamente in tempo reale lo inserisce in una delle tre categorie predefinite.
Stabilisce se il tuo contenuto è “spam“, se è un contenuto di “bassa qualità” oppure se è un contenuto”pulito“, che può essere quindi mostrato alla tua rete.

Se sei un patito dei dettagli, ecco un’informazione per te: la classificazione di un testo viene effettuata entro 200 ms.

Chiaramente in funzione del contenuto intervengono diversi sistemi di classificazione, ognuno con tempi diversi.

Se il tuo contenuto viene classificato come “spam”, viene bloccato in questa fase e c’è poco da fare.
Non lo vedrà nessuno.

Ovviamente se è classificato come “pulito”, passa alla fase successiva, così come passa alla fase successiva (con qualche difficoltà in più) se viene classificato come “bassa qualità”.

Fase 2: i primi “spettatori”

Una volta che il contenuto ha superato con successo la prima fase, viene presentato ad una piccola porzione della tua rete, un gruppo selezionato di”spettatori” (la selezione ovviamente è effettuata dall’algoritmo e tu non puoi controllarla).

Perchè?

Il sistema analizza il comportamento di questo primo insieme di utenti per valutare il tuo contenuto. Quanti “mi piace” genera il tuo post? Quanti commenti e quante condivisioni?
Quanto velocemente reagiscono gli utenti dopo aver visualizzato il post? Per quanto tempo lo guardano?

group of people staring at monitor inside room
il tuo post viene inizialmente mostrato ad una selezione dei tuoi contatti

Tutte queste azioni contribuiscono a promuovere, rallentare o fermare il tuo post, rispetto al resto degli utenti.

Ricorda che il post viene inizialmente proposto ad una porzione di contatti della tua rete, ma ovviamente può anche raggiungere contatti più lontani, esterni alla tua rete, grazie alle reazioni dei tuoi utenti.

Così, adesempio, se un tuo contatto diretto (di primo grado) condivide il tuo articolo, questo verrà visto dai suoi contatti di primo grado, che per te saranno quasi tutti di secondo grado (ad eccezione di quelli che avete in comune)… E così via.

Un esempio di un grafo sociale. Ogni punto è una persona e le linee sono le connessioni tra le persone

Non ci sono però solo azioni positive. Un contatto può semplicemente ignorare un post

(scrollare la pagina senza fermarsi), ma può anche:

  • Nasconderlo
  • Smettere di seguirti
  • Segnalare il post come offensivo

Per questo motivo è importante avere una rete il più possibile di qualità e pubblicare contenuti pertinenti.

Più interazioni ci sono tra i tuoi contatti ed i tuoi post, maggiore è la copertura che questi riceveranno… E viceversa.

Fase 3: si controllano i controllori

È possibile falsare i risultati della fase precedente? Purtroppo sì, anche se non è semplice (e come stiamo per vedere, questa fase serve anche a renderlo inutile).

Immagina un utente con una rete di 100 contatti, tutti fittizi. Cioè un insieme di contatti che, indipendentemente dalla loro natura umana o virtuale, reagiscono secondo il suo esclusivo interesse.

Con una rete di questo tipo, questo utente può creare nella fase 2 un numero tale di reazioni positive che l’algoritmo potrebbe decidere di aprire il suo contenuto ad un pubblico più vasto (è più complicato di così, ma il concetto è quello che ho descritto).

Ecco a cosa serve la fase 3.

Si controlla la qualità di chi ha interagito con il post, proprio per evitare che qualcuno possa falsarne il risultato.

La credibilità e la rilevanza della tua rete sono importanti tanto quanto quelle del tuo profilo.

Per questo motivo è importante avere una rete di qualità. Maggiore è la qualità dei contatti che interagiscono con il tuo contenuto, più spinta riceverà per arrivare lontano.

Fase 4: i revisori umani di LinkedIn

Non solo bot. Non solo software.

Questa quarta fase dell’algoritmo prevede una revisione del tuo contenuto da parte di persone in carne ed ossa.

Non tutti i contenuti arrivano a questa fase. E contenuti diversi vengono trattati in modo diverso.

L’intensità delle azioni dei revisori di LinkedIn è proporzionale all’intensità del contenuto. In altre parole, se il tuo post raggiunge ottimi risultati, verrà analizzato più a fondo.

Quando il contenuto creato raggiunge il quarto livello, gli editori valutano il valore del tuo post. Peraltro, questa fase permette a post che hanno già qualche settimana alle spalle, di (ri)apparire ancora nel feed dell’utente insieme a contenuti più recenti.

Conclusioni

In figura è schematizzato l’algoritmo appena descritto, che è alla base della risposta alla domanda “come funziona LinkedIn?“.

Immagine pubblicata sul blog ufficiale di LinkedIn

Nel prossimo articolo ti darò qualche consiglio su come ottimizzare la diffusione dei tuoi post, ma posso già anticiparti, come avrai intuito, che qualità è la parola chiave.

Qualità dei contenuti e qualità della tua rete di contatti.

Appuntamento alla seconda parte.


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